sabato 31 dicembre 2011

C'era una volta...

C’era una volta, ma certamente c’è ancora, in un paese lontano, un piccolo e ridente villaggio governato da una regina tanto vecchia quanto saggia che si chiamava Contrattazione Sociale.
Contrattazione Sociale stava seduta al centro del villaggio e da lì guidava i suoi sudditi con l’aiuto del suo primo ministro, la signora Lavoro di Cura e suonando misteriosi strumenti visibili solo a loro due e dal nome Relazioni.
I sudditi di questo villaggio riconoscevano perfettamente il suono delle Relazioni e ne seguivano le indicazioni ogni volta che era necessario, confidando nella saggezza e nella competenza di Contrattazione Sociale e della sua fida Lavoro di Cura.
Tra i sudditi più cari a Contrattazione Sociale c’erano Diritti e Democrazia, una coppia di anziani coniugi che si amavano ancora come quando si erano conosciuti. Vederli nelle sere estive, seduti di fronte alla loro casa, godere delle ultime luci del tramonto, era davvero uno spettacolo!
C’era poi una famiglia che noi oggi definiremmo allargata composta da Maternità, una bambina piccina piccina piccina che sgambettava continuamente qua e là, intrufolandosi tra le gambe di Resistenza, Condivisione e Conciliazione che la amavano profondamente e se ne prendevano cura a turno.
Infine quasi ai margini del bosco che delimitava e proteggeva il nostro villaggio, vivevano quattro sorelle: Creatività, Memoria, Potere e Responsabilità.
Erano certamente tutte molto belle, ma Memoria aveva qualcosa di speciale: ogni volta che attraversava il villaggio per andare a trovare Democrazia e Diritti che lei adorava e dai quali era ricambiata o per fermarsi un po’ a giocare con Maternità, tutto sembrava per un attimo sospeso in un’aurea di armonia e di serenità. Perfino le Relazioni si agitavano da sole e Contrattazione Sociale sorrideva compiaciuta, scambiandosi sguardi di complicità con il suo primo Ministro Lavoro di Cura!
Tutto dunque sembrava scorrere nella più piena letizia, ma la leggenda della bellezza di Memoria aveva cominciato a varcare i confini del villaggio ed all’alba di un giorno particolarmente grigio, l’esercito del crudele re Precariato irruppe d’improvviso, mettendo tutto a ferro e fuoco.
La prima a soccombere sotto le armi nemiche fu naturalmente la regina Contrattazione Sociale. A nulla valse il tentativo di Lavoro di Cura di frapporsi tra lei e re Precariato. Entrambe furono trafitte a morte dalla sua spada.
Uguale sorte toccò a Diritti che tentò invano di salvare Democrazia precipitandosi verso la loro casa ed urlando: “Democrazia fuggi, salvati almeno tu!”
Democrazia si rifiutò di abbandonarlo: che vita sarebbe stata la sua senza il suo amato Diritti e, chinandosi sul suo corpo ormai senza vita, lo abbracciò per l’ultima volta.
A quel punto Memoria capì che era lei la causa di tanto dolore. Fece appena in tempo a prendere le sue sorelle Creatività, Responsabilità e Potere, le spinse verso la casa della piccola Maternità, implorando Resistenza di fuggire con loro nel profondo del bosco e tentare di salvarsi, mentre Condivisione e Conciliazione subivano la stessa sorte di Diritti e Democrazia.
Poi, nel silenzio irreale che seguì all’ultimo assalto, Memoria si consegnò a re Precariato che la fece salire sul suo destriero e la trascinò nel suo castello.
Passarono gli anni. Memoria aveva perduto molto della sua bellezza. Viveva nel castello di re Precariato ogni giorno più triste e solitaria. Talvolta pensava al passato, ai giorni lieti trascorsi nel suo villaggio, alle sue amate sorelle, Creatività, Responsabilità, Potere, alla piccola Maternità.
Talvolta le sembrava di perdere la speranza e che la fine anche per lei fosse vicina. Poi improvvisamente sentiva che laggiù in quel bosco lontano, Resistenza senza dubbio si stava prendendo cura di tutte loro e allora la certezza che un giorno si sarebbero riunite le faceva comparire sul volto un sorriso che riportava quei tratti all’antica bellezza.


Di Albalisa Sampieri Dicembre 2011

mercoledì 28 dicembre 2011

Solidarietà alle donne della contrada dell'Oca

Esprimiamo la nostra solidarietà  alle donne della contrada dell'Oca che con tenacia e con coraggio si sono battute per avere riconosciuto il loro legittimo diritto al voto. La sospensione dalle attività di contrada costituisce un fatto senza precedenti ed è singolare che questa decisione sia stata presa dopo il successo della battaglia delle 30 donne: punizione postuma quanto esemplare!
Avevamo, con fiducia, creduto che l'esito dell' assemblea della contrada del 5 dicembre di interrompere la secolare consuetudine di escludere dalle assemblee e dal voto le donne, potesse archiviare definitivamente una ingiusta discriminazione. La decisione che ne é seguita di punire le trenta donne che hanno fatto ricorso alla giustizia ordinaria per avere tutelato un proprio diritto, ci indigna profondamente.
Rispettiamo  il Palio e le Contrade tutte, ma in quanto cittadine e cittadini di questa Città e di questo Paese abbiamo il diritto e il dovere di rispettare prima di tutto la nostra Costituzione che sancisce, tra l' altro,  il diritto di uguaglianza senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche , condizioni personali e sociali( art.3) , insieme a quello di agire in giudizio per la tutela dei propri  diritti e interessi legittimi ( art.24 e 113) .
Per questo chiediamo con forza alla contrada dell'Oca di rivedere la sua decisione,  ristabilendo così il rispetto di fondamentali diritti costituzionali.
Ci preoccupa altresì il silenzio di buona parte della città e di alcune sue istituzioni, su una vicenda che rischia di mettere seriamente in discussione la candidatura di Siena a capitale europea della cultura.
Respingiamo infine con determinazione, l'immagine di una città così distante da quella che il 9 e il 10 luglio ha saputo accogliere il primo  appuntamento nazionale del movimento "Se Non Ora Quando".
Le donne del 13 Febbraio di Siena
Comitato Se Non Ora Quando-Laboratorio politico

giovedì 22 dicembre 2011

Report 21 Dicembre

Carissime, invece di un vero e proprio report questa volta vi tocca solo qualche nota, perché ieri, non ancora abituate al meccanismo del report “a giro” nessuna ha preso appunti e io ho estratto la pagliuzza più corta di provare comunque a raccontarvi qualcosa.
Dunque, l'incontro di fatto ha proseguito il percorso già iniziato la scorsa volta e si è principalmente incentrato sul tema della “cura del gruppo”. Una cura che però non deve essere disgiunta dall'azione di laboratorio politico che ci siamo prefisse, anzi, ne deve far parte integrante.
Il tema della “cura” di sé e delle altre è infatti per noi assolutamente prioritario almeno quanto quello di agire sulla scena pubblica anche perché, come ha sottolineato efficacemente Samantha, se tutte noi non stiamo bene nel gruppo, se ci sono tensioni o angosce che colleghiamo alla nostra partecipazione, questo ha ricadute negative anche sul resto della nostra iniziativa che nessuna di noi vuole.
Da più voci è stato sottolineato come molta di questa cura abbia a che fare con il linguaggio che ognuna usa, carico della biografia e del vissuto di tutte noi, ma che d'altra parte nessuna può dare per scontato nella sua condivisione. A volte anzi proprio dare per assodato che “tutte ci si capisce” rischia di creare quelle tensioni che a volte esplodono a volte no, ma che sicuramente creano difficoltà in molte. L'ascolto reciproco in questo caso può forse essere una strategia, perché ci permette di valutare se stiamo camminando tutte insieme o se qualcuna – come ha sottolineato Daniela – sta tirando la volata, sparendo alla vista delle altre.
Ci siamo quindi ripromesse di tenere a mente tutto questo costantemente, insieme alla nostra carta di intenti che rappresenta già la sintesi di molti di questi elementi e di tanto di più e che pertanto va vista come un punto di arrivo per tutte e per il gruppo, più che un punto di partenza.
Altro tema che è emerso – e rispetto al quale ci siamo impegnate per i prossimi incontri a partire già da quello dell'11 gennaio con il quale riprenderemo le riunioni dopo le Feste – è quello del nostro rapporto con il Comitato di Roma, che non poche tensioni e difficoltà ci ha creato in questi ultimi tempi. Forse mettere il tema sul piatto ed analizzarlo tutte insieme, con l'obiettivo di chiedere a breve – magari insieme ad altri comitati – un incontro ed un confronto sereno e franco proprio al Comitato di Roma potrà aiutarci a sciogliere qualche altro nodo.
Ancora da mettere in agenda per il prossimo percorso è poi il recupero degli importanti contenuti che fin qui abbiamo elaborato – ultimo solo in ordine di tempo quello del 19 novembre – per rifletterci ulteriormente su, sistematizzarli e renderli base per i nostro prossimi “step” del laboratorio politico.
Ci sarebbe stato poi anche l'altro tema della richiesta di spostamento dell'incontro regionale previsto a Pisa per il prossimo 8 gennaio e che noi volevamo proporre di spostare al 15, ma visto che ho fatto tardi nel mandarvi il report, sono stata sorpassata dalla comunicazione che la data è fissata e quindi:    Coordinamento regionale dei Comitati Toscani Se Non Ora Quando a Pisa!  l'8 Gennaio. Non appena avremo conferma dell'orario ve lo comunicheremo, ma si presume che sia dalle 11 alle 16. 
Buone feste a tutte
Elena
 

sabato 17 dicembre 2011

No al Razzismo


Care compagne tutte,  al di là dello sdegno che dobbbiamo manifestare con tanta forza e determinazione, magari sottoscrivendo l'appello scritto dalle amiche del comitato di Firenze ed il cui link trovate in calce, sento il bisogno di aggiungere una riflessione. 
Stiamo vivendo una crisi che coinvolge e soprattutto stravolge le nostre vite, rischiando di farci precipitare in una spirale di paura che ci divide e ci fa perdere il senso della comunità. Oggi ci scopriamo più povere non solo economicamente, ma purtroppo anche socialmente ed eticamente.
Stiamo dimenticando che il superamento dell’impoverimento e dell’emarginazione è condizione necessaria perché tutti i cittadini e  le donne in particolare, possano esercitare piena cittadinanza. Epppure in qualsiasi luogo e territorio si viva, questa condizione è  indispensabile e la sua costruzione deve diventare effettiva e praticabile in tutti gli scenari, compresi quelli di crisi.
Se poi accettiamo che all’impoverimento e all’emarginazione si aggiunga l’elemento “razzismo”, un atteggiamento culturale che determina lo svantaggio e l’esclusione sistematici di persone a partire da differenze fenotipiche e religiose e stabilendo categorie in un ordine verticistico, allora  rischiamo davvero di consegnare le nostre coscienze al buio della barbarie. 
Noi donne spesso discriminate e poste ai margini, sappiamo anche essere delle formidabili costruttrici di percorsi di democrazia reale e partecipata.
Opporsi e protestare contro episodi come quello di Firenze e di Torino, solo per ricordare quelli più recenti e gravi, vuol dire anche costruire pratiche  di resistenza collettiva  necessarie a sconfiggere forme di  discriminazione e razzismo che ci troviamo ad affrontare quotidianamente come donne migranti e native. Albalisa
 
http://senonoraquandofirenze.wordpress.com/2011/12/15/coordinamento-regionale-dei-senegalesi-in-toscana-appello/

Condividiamo anche questo comunicato firmato da Farhia Aidid, Monica Cerutti, Celeste Costantino, Mercedes Frias, Fahma Said:
Sulla lotta al razzismo è ora di avviare una seria riflessione con iniziative concrete.

L’assassinio razzista di Modou SAmb e Mor Diop a Firenze è solo l’ultima deprecabile manifestazione della violenza razzista che da anni colpisce rom e migranti in Italia. Non è stato un “regolamento di conti”, come precipitosamente una parte della stampa ha etichettato la strage, con il consueto rimando alla malavitosità dei migranti.
Non si è trattato del gesto isolato di un folle.
È stato il punto di arrivo di un’ideologia violenta, razzista e xenofoba, che germina in contesti politici di destra. Legittimata dalla costruzione politica e culturale del diverso come nemico, bersaglio, capro espiatorio. La strage di cittadini neri, senegalesi, come approdo di una scia di aggressioni sistematiche, perpetrate da singoli o da pezzi di popolo contro altri suoi simili più vulnerabili.
Un elenco fin troppo lungo che parte da Castelvolturno: sei neri, africani uccisi dalla criminalità organizzata.
I pogrom di Ponticelli contro i rom, di Rosarno contro i braccianti agricoli africani hanno avuto come ultimo triste epilogo il raid al campo rom di Torino dello scorso fine settimana.
La rabbia e l’aggressione, i roghi, la furia collettiva di comuni cittadini e cittadine per punire gli indesiderabili sono la manifestazione del razzismo quotidiano che cova e si alimenta dalla propaganda.
Il discorso razzista ha prodotto una grande resa in termini elettorali oggi in Italia.
Forze politiche, come la Lega, hanno fatto del “cattivismo” anti immigrati la propria ragione politica. La criminalizzazione dei migranti e dei rom e’ divenuta strumento di consenso politico, con l’umiliazione sistematica e la mortificazione di ogni diritto come risultato dell’applicazione di politiche discriminatorie.
Propaganda razzista amplificata che crea cultura e effetti materiali che si autoalimentano.
Troppi ammiccamenti della politica, anche a sinistra, e delle istituzioni, nella ricerca del consenso sul terreno della destra, hanno prodotto una profonda devastazione culturale e grandi ferite al diritto e ai principi costituzionali. Facile dichiararsi per i diritti dei piccoli “che crescono insieme ai nostri figli”, dichiararsi antirazzisti quando si è all’opposizione, mentre si lega l’esistenza di milioni di migranti a un precario contratto di lavoro, mentre si rinchiudono donne e uomini migranti nelle galere etniche, in base a quello che sono.
Riteniamo dunque che la nostra agenda politica debba mettere più che mai  al proprio centro:
-          la lotta al razzismo e alla xenofobia in ogni sua manifestazione;
-          l’adozione di provvedimenti per la parità di trattamento dei migranti e contro ogni tipo di discriminazione;
-        l’attuazione del principio di cittadinanza per i migranti come insieme dei diritti civili, sociali e politici, di cui sono ancora privi, in forte ritardo rispetto ad altri Paesi civili. Per questo abbiamo aderito con convinzione alla campagna “l’Italia sono anch’io”;
-          la costruzione di un percorso culturale sostenibile e duraturo che metta in discussione stereotipi e luoghi comuni nella scuola, lo sport, gli eventi culturali, la pubblicità e in particolare nell’informazione.
Vorremmo che questo documento fosse il punto di partenza per la presentazione di ordini del giorno in tutte le amministrazioni in cui siamo presenti e per l’organizzazione di assemblee pubbliche in giro per tutto il Paese.
Farhia Aidid, Monica Cerutti, Celeste Costantino, Mercedes Frias, Fahma Said

venerdì 16 dicembre 2011

Report 14 Dicembre

 Care tutte tenterò di restituire sicuramente in parte la riunione di ieri, 
 una riunione che è stata solo l'inizio di quel difficile ma essenziale 
 lavoro di cura del gruppo che dobbiamo cominciare-continuare  a fare come  obiettivo primario nelle prossime settimane.
 La riunione è cominciata con un iniziale momento di disagio, penso di tutte,  abbiamo farfugliato di cosa fare il mercoledì ,se sempre il mercoledì, se  più a lungo, se una volta al mese.. insomma dovevamo trovare il coraggio e  raccogliere le energie per affrontare la "lettera di Alba"  e per fortuna  abbiamo rotto il disagio e abbiamo chiesto ad Albalisa se voleva raccontarci  di più.. e lei è stata generosa ed ha raccontato quali sono stati i  sentimenti, le angosce , i disagi che a partire da sè, dal suo percorso in  primis e poi nella relazione con il nostro gruppo hanno generato quella  lettera. Non mi sento, perchè non ne sono in grado, di riferire discorsi  intimi a partire dai quattro appunti che ho cominciato a prendere quando ho  visto che nessuna ne prendeva.., ma sento comunque la  responsabilità-necessità di restituire qualcosa della giornata di ieri.., e  lo faccio beninteso a partire da me, da quello che io ho vissuto e sentito  in quella saletta, senza avere minimamente la pretesa di parlare per le  altre che erano presenti ieri, non voglio neppure fare l'elenco di chi  c'era, non voglio fare la conta, so che tante delle "affecionadas" come dice  Alba( non so se si scrive così), che ieri non sono potute venire sono state  in ansia, col pensiero a noi, ed è per questo che dico solo che si è  cominciato e che si continuerà per il bene del nostro gruppo  partendo  proprio da ognuna..
 Voglio cominciare con l'immagine del cerchio, un cerchio aperto dove tutte  siamo vicine le une alle altre dove non c'è distanza, ci sono relazioni tra noi, c'è non solo il bisogno di esprimersi sul  contingente, sul da farsi, ma c'è la priorità della conoscenza reciproca,  per capirsi, nel vero senso della parola, siamo tutte diverse,abbiamo storie  ,vissuti ,esperienze diverse,  tempi diversi, parliamo lingue diverse, non  ci conosciamo, e l'incomunicabilità ci ha allontanato, ha messo la distanza  tra noi e chi non capivamo, ha fatto si che ad un certo punto avessimo  bisogno di praticare strade già tracciate da altri, mi riferisco alla  maggioranza,  abbiamo pensato che bastasse mettere un ordine del giorno,  darci un organizzazione, stabilire o ristabilire ruoli per poter andare  avanti.
 NO  non è così semplice non basta..non basta a noi che abbiamo partorito  quella bellissima carta di intenti, non a noi che ci siamo definite un  LABORATORIO POLITICO..abbiamo e ce lo dobbiamo ,anche per il percorso ricco  di soddisfazioni e fatica che abbiamo fatto fin qui,  il tempo per parlarci,  conoscerci ,risolvere conflitti, dirci facccia a faccia che non ci sono  ruoli di potere nel nostro gruppo,  che siamo tutte autorevoli e autonome o  come diavolo ci piace definirci., possiamo dirci sopratutto liberamente cosa  ci fa stare a disagio, come vogliamo stare in questo gruppo, quali sono le  nostre apettative, i desideri, ce lo meritiamo davvero .
 Impariamo da tutte a evitare le vecchie trappole di una cultura patriarcale  che, parliamoci chiaro, mira a mettere sempre distanza tra le une e le  altre.. io voglio conoscere TUTTE, capire le vostre lingue, esservi VICINA,  voglio stare bene nel gruppo come la prima volta che sono arrivata ..ma sono  pronta e FORTE, grazie proprio al percorso fatto fin qui, a superare  elaborandolo il conflitto.. abbiamo già cominciato a superarlo grazie ad  Albalisa ed al suo gesto che ci è servito per mettere a fuoco ciò che  importa.. NOI tutte, singolarmente, in maggioranza, in minoranza,  all'unanimità.
 DIAMOCI FIDUCIA
 
 Abbiamo anche accennato alla  necessità di ridiscutere il rapporto con 
 Roma, allo strumento del report, alla sua importanza,  per condividere il percorso  con tutte, ma anche alla responsabilità ed alla fatica( anche se Alba ha  detto che ci si diverte..a me mo mi viene na sincope..)che comporta per chi  se l'assume e poi c'è chi come me non è stata generosa nel dire ciò che le  altre hanno detto, tacitando la mia voce, ma anzi ho voluto cominciare a  dare il via all' esercizio del dire ciò che IO..
 ed altro ancora..
 verrà il turno di TUTTE, io comincio a segnare..
 vi abbraccio forte e do il bentornata ad Alba anche se...non è mancata mai.
 Samantha

giovedì 8 dicembre 2011

Report 7 Dicembre

Presenti: Gianna-Costanza-Carla F.-Samantha-Silvia-Patrizia-Clara-Tatiana-Giulia-Carla V.- Daniela A.- Daniela P.-Ilaria-Lucia Ci.-Susi-Silva-Simonetta-Lucia Ca.-Rossella.

     L'incontro di oggi si è aperto con la scelta, condivisa da tutte, di non parlare della lettera di Albalisa, facendo congetture sulle motivazioni che l'hanno spinta a scriverla, ma di aspettare la possibilità di un confronto aperto con lei.     Pur non soffermandoci sulla mail di Albalisa, l'episodio, come ha detto Gianna, “ha stappato un vaso”, rivelando la necessità di riflettere sul gruppo, sulle nostre relazioni e sulla nostra organizzazione.
    Silvia ha espresso la necessità di dedicarci ad un lavoro a partire da noi stesse, non solo per ricomporre il gruppo, ma anche per conoscerci, per condurre un lavoro politico di costruzione e decostruzione delle relazioni al nostro interno. Il lavoro interno al gruppo, ha precisato Silvia, non si pone in competizione con il lavoro all'esterno e vorrebbe che non fosse sminuito e sentito come meno importante.
    Il lavoro di cura sul gruppo, si potrebbe dire, è cominciato già questo pomeriggio, man mano che ognuna di noi esprimeva bisogni, desideri ed aspetti da elaborare e discutere. Provo a fare una sintesi degli elementi emersi.
    Patrizia ha proposto di far ruotare il ruolo di mediatrice durante le riunioni del mercoledì.    Gianna ha richiamato l'attenzione alla nostra Carta di Intenti. Siamo consapevoli delle difficoltà che abbiamo e stiamo incontrando ad agirla. Probabilmente la carta costituisce un punto d'arrivo più che di partenza ed anche per questo ha proposto di tenerla sempre come punto di riferimento.    Lucia Capitani ci ha riferito del convegno organizzato dall'Archivio dell'UDI sulla città della cura ed ha espresso il desiderio di collaborare e trovare momenti di incontro con l'Archivio stesso. In un momento d'emergenza come questo, infatti, è necessario essere unite. Infine ha proposto di riprendere il lavoro fatto per e durante il 19 novembre, cercando di produrre una pubblicazione a riguardo.
    Gianna, anche lei presente al convegno dell'Archivio dell'UDI, ha notato sintonia tra il nostro lavoro del 19 novembre e quello dell'UDI, intravedendo la possibilità che i due lavori possano completarsi a vicenda.
    Tatiana ha espresso l'esigenza di stabilire di volta in volta l'ordine del giorno dei nostri incontri e ne ha proposti alcuni per i prossimi mercoledì: 1) ruolo del comitato promotore e relazione con i comitati locali; 2) come collaborare con le altre associazioni femminili presenti sul territorio; 3) riunire i gruppi di lavoro del 19 novembre per fare una sintesi e produrre un documento; 4) farsi trovare pronte al prossimo appello elettorale.
    Costanza ha condiviso la necessità di ricostruire i gruppi del 19 novembre per lavorare sul materiale prodotto. Quanto alla proposta di Tatiana di ragionare sul rapporto tra comitato promotore e comitati locali, ha proposto di non farsi prendere dalla fretta dandoci strutture organizzative rigide o piramidali, rispettando i nostri tempi e la nostra “giovinezza”. Piuttosto ha proposto di mantenere il gruppo aperto, inclusivo e flessibile.
    Giulia entrando nel merito della cura del gruppo ha espresso il bisogno di un confronto franco e diretto. In secondo luogo ha posto l'accento sui due piani con cui si confronta il gruppo: quello locale e quello nazionale. Entrambi i piani hanno la stessa dignità ed importanza e non vorrebbe che uno dei due venisse sminuito, a maggior ragione perché alcune iniziative, come quella del 19, pur essendo iniziative territoriali hanno un respiro più ampio, proponendosi di collaborare alla costruzione dell'agenda politica delle donne.
    Costanza, chiamata in causa nel discorso di Giulia, è intervenuta per precisare che non sminuisce il piano nazionale rispetto a quello territoriale.
    Ilaria ha espresso la sofferenza che prova in questo momento cruciale per il nostro gruppo e ha ribadito la necessità di dedicarsi alla cura del gruppo, tirando fuori i nodi e chiamando le cose con il loro nome. A tal proposito ha invitato tutte ad esercitare l'empatia nei confronti l'una dell'altra quando ci esprimiamo. Anche lei ritiene importante affrontare il discorso sul comitato nazionale senza fretta, ma senza rimandare, anche perché non siamo l'unico comitato a vivere in maniera conflittuale il rapporto con Roma e forse potremmo aprire noi la strada, in virtù del rapporto che si è costruito con le romane grazie al lavoro svolto per l'incontro nazionale di Luglio. Anche Ilaria ritiene opportuno cercare un terreno di condivisione con le altre associazioni a partire dagli elementi in comune, lasciando da parte i conflitti. Infine ha richiamato l'attenzione sulla fase di campagna elettorale in cui siamo già entrate-i, come è apparso particolarmente evidente (a livello locale) a chi ha partecipato al convegno dell'UDI.
    Lucia Civitelli ha espresso anche lei la necessità di confrontarsi con Albalisa, perché senza la possibilità di far luce su quello che è successo e sullo stato del nostro gruppo non si sente libera di dare e di ricevere fiducia.
    Carla Vindigni ha ribadito l'urgenza di dedicarci alla cura del gruppo, di tirare fuori i problemi. Anche lei condivide la necessità di incontrare le altre associazioni, ma non ha fatto riferimento ad un incontro ufficiale, quanto piuttosto alla possibilità di partire dagli obiettivi condivisi e di unirci alle altre donne per non disperdere le energie. Anche lei desidera tornare a lavorare sul materiale del 19 novembre e conferma la necessità di non concepire comitato nazionale e comitato locale in contrapposizione.

Mercoledì prossimo ci troveremo con il seguente ordine del giorno: se Albalisa potrà partecipare alla riunione ci dedicheremo alla tanto sentita cura del gruppo, in caso contrario (o lo stesso mercoledì se resta tempo) ci restituiremo la cronaca e le osservazioni sulla manifestazione dell'11 dicembre.Delle presenti andranno a Roma: Susanna, Giovanna, Tatiana, Giulia, Patrizia, Samantha, Carla e Daniela, se qualcun'altra vuole unirsi ci scriva. A Roma la nostra Samantha leggerà dal palco di Piazza del Popolo una lettera scritta quest'estate.Questa mattina,come sapete, abbiamo ricevuto dal comitato di Pisa la comunicazione che l'incontro dei comitati della rete toscana è rimandato a gennaio.



11 dicembre 2011




Ecco la lettera che leggerà Samantha:

Buongiorno! ammesso che lo sia, almeno per voi..
06.30 ieri mi sono svegliata
 ho preparato la colazione,
preparato i vestiti per la scuola,
dato da mangiare a cani e gatti,
steso la lavatrice(i panni  in essa contenuti..non l'elettrodomestico)
07.00 svegliato tutti,
preparato Pietro,
07.38 accompagnato al pulmino,
tornata a casa preparata Emma,
8.25 portata al nido,
dopo di che 7.12 ore di lavoro,
sono tornata a Monteroni ma prima di prendere Pietro al pulmino ..
ore 16.50 sono passata in comune a fare un certificato contestuale per l'iscrizione alla scuola di calcio,
corsa a prendere Pietro al pulmino, ore 17.10, raccolto i panni stesi la mattina,
 caricato Pietro  in macchina
 ore 17.20 passata a fare le foto tessera sempre per l'iscrizione alla scuola calcio,
17.35 presa Emma al nido
18.10 preso Marco(marito) a Siena in san domenico
18.40 Decathlon a colle per comprare le scarpette e i parastinchi come promesso in precedenza,
20.00 casa preparato la cena,
20.41 cenato,
21.10 impigiamato tutti e due,
21.40-50 messi a letto,
22.10 rimesso la lavatrice,
22.50 collassata a letto
01.30 Emma si sveglia..
fino alle 03.00 mugugni vari..acqua..carezze..i bimbi dormono..Pietro dorme , papà dorme, Sofia(il cane) dorme.. i gatti dormono, anche Emma deve dormire è tutto buio...su mettiti giù..dai ..su ..da brava...
TUTTI DORMONO TRANNE IO
ore 04.30 mi butto sul divano affianco al lettino e passo lì la notte (..si fa per dire..quel che resta..della notte..)
ore 6.30 mi sveglio,
ore 6.50 faccio la doccia e
 SI RIPARTE
tutto questo sproloquio per dirvi che stasera a cena non vengo..sono un pò stanchina..
oggi mi aspetta una giornata altrettanto entusiasmante..abbiamo il calcio.. e credo che stasera sarò liquefatta..
perciò a malincuore...già pregustavo il ricco menù..non solo per la compagnia :-)..
devo RINUNCIARE
perchè HO SCELTO di vivere LIBERAMENTE la mia MATERNITA'
e perchè nessuno mi aveva avvertita che questa SCELTA...mi poteva anche UCCIDERE..non subito..
ma LENTAMENTE...UN LOGORIO GIORNALIERO LENTO MA COSTANTE..
PERCIO' per PRESERVARE la mia VITA ancora per un pò..finchè dura.. BARCOLLO MA NON MOLLO..
HO SCELTO DI RINUNCIARE..perciò
vi auguro
BUONA SERATA... e VI ABBRACCIO TUTTE
Ps. scusatemi se vi ho ammorbato ma ovviamente..ne ho avute di giornate peggiori come di migliori e ne avrò ancora per molto..
ormai mi sento parte del gruppo e mentre vomito tutto questo voi reggetemi il capo.. mi è già passata... grazie e Buona giornata.. 

venerdì 2 dicembre 2011

Lettera ai Comitati toscani: integrazione al report del 30 novembre

Nel tentativo di rendere più chiara la discussione che ha animato il nostro ultimo incontro settimanale, incentrata sulle modalità di partecipazione alla manifestazione o alle manifestazioni che si terranno l'11 dicembre, é stata inviata questa lettera alla rete regionale dei Comitati Toscani.

Carissime toscane,

proviamo a chiarirvi meglio la discussione articolata che con fatica abbiano portato avanti ieri sera nel nostro comitato di Siena.

In primo luogo abbiamo tutte riconosciuto, anche in base ai commenti che sono girati tanto all'interno della nostra rete regionale che sul sito nazionale, la necessità di dover al più presto discutere sulle modalità con le quali vengono prese le decisioni all'interno del movimento: è emersa la proposta di chiedere da subito a Roma di organizzare al più presto un incontro nazionale dove inserire come punto esplicito dell'ordine del giorno la questione della costruzione e gestione di una comunicazione che sia capace di far girare le opinioni di tutte, che sia capace di costruire condivisione, che sia capace di superare meccanismi verticistici.

Resta inoltre diffusa, anche se non è condivisa da tutte nel nostro gruppo, la perplessità sull'opportunità stessa del scendere in piazza in questo momento politico.

Ciò detto, la nostra posizione può essere così sintetizzata:
1) desiderio di non far fallire questo appuntamento e di fare il possibile perché diventi un momento per far capire all'opinione pubblica, ai partiti e al nuovo governo che ci siamo , che stiamo lavorando per elaborare proposte politiche concrete, nella direzione (anche se il percorso è solo avviato) dell'elaborazione di una Agenda delle Donne (come scrive anche Milano) che sia condivisa.


2) Per questo la maggioranza ritiene importante la piazza. E per questo ci si è dette contrarie alla proposta di far diventare la giornata dell'11 dicembre una giornata AL CHIUSO, o comunque ad utilizzarla per un incontro del coordinamento dei comitati toscani.

3) Molte di noi stasera hanno manifestato il bisogno che se piazza toscana sarà, deve essere una piazza animata, costruita, che sia capace -o almeno ci provi- di raccontarci all'esterno dandoci quindi una certa visibilità, che sia dunque in grado coinvolgere molte più donne di quelle che si incontrerebbero al coordinamento, e che infine risponda al bisogno di sentirci come gruppo, come forza collettiva.
Non basta alla maggior parte di noi, un rapido flash mob post riunione al chiuso. Altrimenti meglio noi a Roma con il nostro striscione per contribuire alla riuscita di quella piazza.
Solo nel caso in cui fosse possibile realizzare qualcosa di simile in una piazza toscana, un'idea creativa che colpisca l'opinione pubblica, con una formula che non si presenti in contrasto o polemica con quella nazionale, si rinuncerebbe all'opzione "Roma".

Samantha ha avanzato una proposta:
Pisa, magari in piazza dei Miracoli, alternando momenti in cui raccontiamo alle donne toscane quello che i comitati toscani hanno fatto sul territorio, ricordando i temi che sono quelli comuni lanciati dallo SNOQ romano lavoro rappresentazione maternità, e contemporaneamente ascoltiamo i desideri e raccogliamo sollecitazioni dalla piazza, ad esempio potremmo utilizzare la formula dei tre minuti per raccogliere ulteriori proposte dalla piazza..poi dovremmo pensare a qualcosa per animare la piazza con della musica...o dei pezzi recitati ..come i monologhi o pezzi simili.. ma che questa giornata almeno rappresenti la possibilità di allargare a quante più possibili il nostro movimento

Certo sentiamo tutte la paura di un flop, soprattutto tenuto conto dei tempi più che stretti che abbiamo a disposizione.

Per essere precise, va detto che alcune erano invece favorevoli ad un incontro a Pisa tra i comitati regionali.

Attendiamo in tempi rapidi un vostro parere.
Per il Comitato Senese
Susi e Giulia